L’inquinamento uccide un bambino su quattro. I numeri, resi da poco pubblici dall’Oms, non lasciano alcuno spazio all’immaginazione. Nel pianeta 1,7 milioni di vittime sotto i 5 anni perdono la vita a causa dell’aria insana, dell’acqua non potabile e dei servizi sanitari inaffidabili. Il riscaldamento globale porterà ad un ulteriore deteriorarsi della situazione,aumentando i fattori di rischio
L’inquinamento uccide un bambino su quattro. Lo rende noto una ricerca dell’Oms resa pubblica nelle scorse ore, Inheriting a Sustainable World: Atlas on Children’s Health and the Environment. Ogni 365 giorni 1,7 milioni di bambini con meno di cinque anni perdono la vita perché costretti a respirare un’aria insana o a bere acqua non potabile. Bambini che, qualora fossero applicate delle norme igieniche adeguate, potrebbero essere salvati.
L’inquinamento uccide un bambino su quattro. E il quadro, già clamorosamente drammatico, è in fase di peggioramento perché aumentano diversi fattori di rischio. Tra questi, uno dei principali è sicuramente legato al riscaldamento globale, perché altera il ciclo idrico rendendo ancor più complesso l’accesso a fonti d’acqua potabile e stimola l’aumento dei pollini, che va di pari passo all’aumento dei tassi di asma nei bambini.
L’inquinamento uccide un bambino su quattro e il dato, se non si interverrà tempestivamente, è destinato a peggiorare. Un altro fattore di rischio in netta ascesa è la moltiplicazione dei Raee, i rifiuti elettrici ed elettronici che, in particolar modo nei paesi più poveri, sovente vengono riciclati senza alcuna attenzione alle più elementari norme igieniche. I più piccoli, che vengono sfruttati per selezionare o bruciare pile di computer, cellulari, frigoriferi assorbono sostanze tossiche capaci di portare a una diminuzione delle loro capacità intellettive, a deficit di attenzione, a danni ai polmoni e al cancro.
Anche se le denunce non mancano, le discariche pirata proseguono a crescere, ricevendo migliaia di tonnellate di materiali pericolosi: si prevede una crescita del flusso di Raee del 19% tra il 2014 e il 2018.