Abbiamo avuto il piacere di intervistare l’Avvocato Domenico Fabrizio Capalbo, un professionista di spicco nel campo del diritto ambientale. Dopo aver conseguito il Master in Diritto ambientale e tutela del territorio presso la Unicusano, ha ottenuto un riconoscimento speciale per la sua tesi innovativa e di grande impatto al “25° Premio Laura Conti”. L’elaborato ha ricevuto, altresì, una nota di apprezzamento dal Santo Padre Francesco.
Durante questa intervista, esploreremo il percorso accademico e professionale dell’Avvocato Domenico Fabrizio Capalbo, le sfide affrontate nel settore ambientale e le sue prospettive per il futuro della legislazione ambientale.
- Come ha saputo del 25esimo premio di ecologia Laura Conti per tesi di laurea?
Sono stato informato del bando di partecipazione al concorso dalla Segreteria Master dell’Università Nicolò Cusano, presso la quale ho conseguito il Master in “Diritto ambientale e tutela del territorio”
- Di cosa tratta la sua tesi e quale plus presenta?
Il titolo della tesi è: “Il Danno ambientale: tra diritto positivo e interpretazioni giurisprudenziali”.
L’elaborato si compone di tre parti:
- la prima, di carattere generale, esamina la nozione di “ambiente” nelle prime teorie elaborate dalla dottrina giuridica ed il contributo offerto dalla giurisprudenza più risalente al tema dell’ambiente ed alla sua tutela;
- La seconda parte, si occupa del danno ambientale e gli strumenti approntati dal legislatore a tutela dell’ambiente, sia nella legislazione europea che nazionale nonché gli effetti che la codificazione della fattispecie ha prodotto nell’applicazione nei casi concreti;
- nella terza parte, ho esaminato il caso “Costa Concordia” che rappresenta, a tutt’oggi, il più grave incidente marittimo della storia italiana e che ha causato, oltre alla morte ed il ferimento di passeggeri e personale di bordo, anche un danno ambientale, marino e costiero, di enorme portata.
Il lavoro che ho svolto non si limita ad una mera elencazione normativa di settore, ma ho cercato di esaminare anche l’influenza politica internazionale e sociologica nelle scelte del legislatore europeo e nazionale.
È indubbio che il genere umano sta attraversano la più grave emergenza ambientale che si sia mai trovato ad affrontare. Emergenza che non riguarda solo il “clima” ma anche il “suolo e la biodiversità”, con grave rischio di estinzione di massa di specie e habitat, e conseguente prevedibile maggiore difficoltà in futuro di produrre cibo. Il percorso di sensibilizzazione ed interessamento al tema dell’ambiente, nato a partire dagli anni ’70 del secolo scorso, è stato gradualmente recepito dalle Istituzioni politiche ai vari Livelli, consce che la tutela e la difesa della nostra “casa comune”, siano un obiettivo imprescindibile da perseguire per la nostra civiltà, anche nell’interesse delle generazioni future. Tale presa di coscienza ingenera un cauto ottimismo sulle scelte future del legislatore a tutela dell’ambiente. Non v’è dubbio che ancora molto c’è da fare, ma ritengo che una “coscienza ambientale” sia parte del background socio-culturale della nostra generazione, e ciò non potrà che condurre nel medio – lungo periodo a scelte chiare a difesa del pianeta.
- Che premio le è stato conferito?
La Fondazione ICU di Venezia nell’ambito del “25° Premio Laura Conti per Tesi di Laurea” ha premiato il mio lavoro con il riconoscimento del Premio Speciale nella categoria “Diritto Ambientale”.
- Oggi, è sempre più importare il diritto ambientale. Secondo lei, come possiamo davvero tutelare il territorio per un futuro migliore?
Come accennavo prima, le nuove generazioni sono consapevoli che il tema dell’ambiente e la sua tutela, siano argomenti imprescindibili per tutti noi. Questa consapevolezza green fa ben sperare per un impegno sempre più incisivo da parte delle Istituzioni a difesa dell’ambiente. Anche la Magistratura, del resto, si è in più occasioni allineata con l’intento del legislatore di sanzionare con fermezza comportamenti lesivi del bene ambiente che, sovente, ineriscono anche al tema della salute, del lavoro, della dignità dei cittadini ed alla preservazione delle bellezze naturali. Penso al caso di Acciaierie d’Italia spa (già Ilva spa), causa da decenni di disastri ambientali e sanitari senza precedenti nella mia terra. Ma sono tanti gli esempi che potremmo fare di sfregio all’ambiente perpetrati al nostro Paese, che resta il più bel Paese del mondo! Ritengo che il percorso di “tutela del territorio” debba essere governato, in primis, da una “educazione all’ambiente” ed alle “buone pratiche di comportamento” che si dovrebbero insegnare in tutte le scuole di ogni ordine e grado. Dobbiamo partire dalla scuola per educare e formare le coscienze delle future generazioni, perché spetterà a loro proseguire, con sempre più incisività e determinazione, nel compito di difesa del nostro territorio.
- Che emozione ha provato nel ricevere un encomio da Papa Francesco?
Ricevere una lettera da Papa Francesco di apprezzamento della Tesi è stata un’emozione indescrivibile. Mi sono permesso di inviare al Santo Padre una copia dell’elaborato perché al Suo interessamento alle tematiche ambientali ho dedicato la “premessa” del Lavoro ma, sinceramente, mai avrei pensato di ricevere una Sua lettera di riscontro. Vorrei ricordare che Papa Francesco nella esortazione apostolica Laudate Deum ha affrontato uno dei temi che lo allarma e sul quale ha posto più volte la Sua attenzione: la crisi ambientale e climatica. Egli ha esortato il mondo della politica a non avere uno sguardo miope, fermo sul successo immediato senza prospettive a lungo termine, ed ha invitato tutti a liberarsi dall’egoismo, anima delle società consumistiche, cambiando i propri stili di vita. Il Santo Padre spiega nei Suoi scritti che la nostra terra, maltrattata e saccheggiata, richiede una conversione ecologica, un cambiamento di rotta affinché l’uomo si assuma la responsabilità di un impegno per la cura della “casa comune”. Il Papa conclude la Laudate Deum con un invito a tutti gli uomini di buona volontà, a qualunque fede religiosa appartengano, affinché diano ciascuno il proprio personale contributo. Spetta, infatti, a ciascuno di noi realizzare questo percorso di riconciliazione con il mondo che ci ospita, ed a impreziosirlo con il proprio contributo, perché il nostro impegno ha a che fare con la dignità umana e con i grandi valori.
La mia speranza ed il mio augurio è che in questo 2025, che è anche l’anno del Giubileo, l’umanità faccia tesoro delle parole del nostro Papa, e possa riconciliarsi con il mondo.
- Quale master ha conseguito presso la Unicusano e perché?
Presso l’Università Unicusano ho conseguito il Master in “Diritto ambientale e tutela del territorio”. È stata un’esperienza bellissima, sia sotto il profilo umano che formativo. A tal proposito devo ringraziare l’Università Nicolò Cusano per l’organizzazione e per il lavoro eccellente svolto sia nella didattica che nel supporto tecnico-amministrativo durante tutta la durata del Master. Vorrei, poi, volgere un ringraziamento particolare a due autorevoli “compagni di percorso”: la relatrice della tesi, Prof.ssa Elettra Monaci, per avermi supportato ed indirizzato con grande disponibilità e competenza e il Dott. Rosario Meo, Comandante della Capitaneria di Porto di Taranto e Consulente del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, per il suo prezioso apporto nella ricerca del materiale scientifico e di studio.
- Prossimi obiettivi di carriera e formazione in questo 2025?
Il 2025 si preannuncia ricco di impegni: innanzitutto, la mia professione di avvocato che svolgo da oltre 15 anni. Proseguirò anche per il prossimo anno il ruolo di consulente di diritto ambientale per il Consigliere Regionale Antonio Paolo Scalera della Regione Puglia, Vice Presidente della V Commissione Ambiente, cui si deve il merito di aver consentito all’Università degli Studi Giuridici di Taranto di fruire di due importanti finanziamenti, uno dei quali, sicuramente il più importante (300 mila euro), finalizzato alla promozione e alla tutela della Blue economy e alla valorizzazione dello spazio costiero e marittimo del litorale Jonico Tarantino. Il Progetto è frutto del Lavoro del Prof. Nicolò Carnimeo, Associato di Diritto della Navigazione presso l’Università di Bari, nonché divulgatore scientifico e autore di varie pubblicazioni, che mi ha concesso l’onore di collaborare con lui.
Intervista a cura di Michela Crisci