Allarme antibiotici per gli animali da macello. Il 71% degli antibiotici in Italia viene ogni anno somministrato agli animali in attesa di macellazione. L’Italia, in questo senso, viene dopo solamente Spagna e Cipro. Un terzo posto ben poco edificante, che pone degli interrogativi etici e morali sulla carne che mangiamo ma che potrebbe far nascere non pochi dubbi anche sulla sicurezza medica di una situazione che pare pronta ad esplodere.
Il 71% degli antibiotici venduti ogni dodici mesi in Italia sono destinati agli animali da macello, 800 milioni di capi. Un numero stratosferico, che pone l’Italia al terzo posto in Europa per utilizzo di antibiotici rivolti agli animali da allevamento, dopo Spagna e Cipro, e che supera di tre volte l’utilizzo della Francia e di cinque quello dell’Inghilterra. Tutto ciò succede mentre ogni anno nel nostro Paese muoiono fra le 5.000 e le 7.000 persone a causa dell’antibiotico resistenza.
Allarme antibiotici per gli animali da macello. Numeri molto preoccupanti quelli che arrivano da ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control), EFSA (European Food Safety Authority) and EMA (European Medicines Agency) e SIMIT (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali). Numeri che sono stati diffusi poche ore fa da Legambiente in occasione della stipula di un accordo fra l’associazione ambientalista italiana e la ong internazionale CIWF (Compassion In World Farming), che si batte da tempo per la salvaguardia degli animali all’interno degli allevamenti.
L’antibiotico resistenza sta aumentando in tutta Europa. Una crescita, dal 2012 al 2015, che ha visto in particolare la resistenza ai carbapenemi nella Klebsiella pneumoniae passare dal 6,2% all’8,1%. Prima che sia troppo tardi, è il caso di invertire la marcia. Perché se mangiando carne da allevamento veniamo indirettamente bombardati dagli antibiotici c’è evidentemente qualcosa che non torna.