Il futuro ad idrogeno? Inizia da Napoli! All’European Fuel Cell Conference, andata in scena nella cìttà campana lo scorso 26 dicembre, è stato presentato il piano Nazionale volto allo sviluppo della mobilità ad impatto zero basata sull’idrogeno.
Può iniziare da Napoli, quindi, lo sviluppo della mobilità ad idrogeno nel nostro Paese. Un futuro ad idrogeno che prende il via nella città campana e che potrebbe rivoluzionare, cambiandolo in meglio, il nostro rapporto con la mobilità.
All’interno della conferenza che si è svolta a Napoli, si sono accesi i riflettori su quella che è fino a questo momento, una realtà desolante: per quanto concerne la mobilità ad idrogeno l’Italia è molto indietro rispetto ad altri paesi e ora è tempo di darsi da fare, perché lo sviluppo della mobilità ad idrogeno è auspicabile sia per questioni ambientali che per motivi economici.
Bisogna incentivare un futuro ad idrogeno perché sarebbe fondamentale per ridurre il rilascio nell’atmosfera di CO2, ma favorirebbe anche una importante crescita economica con la creazione di diversi posti di lavoro.
E la capitale del futuro ad idrogeno in Italia può essere proprio Napoli, che ha ospitato gli stati generali dell’idrogeno a fine dicembre. Durante questa importante conferenza i presenti hanno avuto modo di assistere alla presentazione ad opera dell’INiMi (Iniziativa italiana per la Mobilità a idrogeno) della bozza del piano nazionale di sviluppo per la costruzione di una rete di infrastrutture di ricarica per veicoli a idrogeno.
Tempi di realizzazione? 10 anni: entro il 2025 dovrà essere messa a punto, almeno stando alle aspettative di uno dei suoi ideatori. Si tratta di Angelo Moreno, presidente di H2IT (l’associazione italiana idrogeno e celle a combustibile) ed esperto dell’Enea impegnato nel settore.
È stato lui a descrivere l’idea al direttore generale per la tutela del territorio e delle risorse idriche del Ministero dell’Ambiente, Maurizio Pernice.
A Napoli, quindi, c’è stata la possibilità di intravedere il futuro. Un futuro ad idrogeno. Ecosostenibile. E, si spera, non troppo lontano.